Ciarlando... · With Love

Lacrime e Passioni

In questo post svelerò due lati della mia persona.

1)Sono estremamente sensibile, potrei dire empatica.
2) Sono passionale, mi dedico ad un sacco di cose con molta curiosità e a volte al punto da idolatrare cose o persone in maniera anormale.

Mi commuovo per mille cose. In realtà da piccola ero molto schiva ed indipendente, al contrario di mia sorella che chiedeva sempre attenzioni e frignava per ogni cosa.
Penso che sia diventata così sensibile dopo la trasferta a Londra, però. L’ho capito quando un giorno, sul bus per andare a lavoro, ho pensato a quanto sia grande questa città. Ho contratto la faccia nella smorfia che prevede il pianto senza rendermene conto, poi mi son detta: “Perché cazzo mi viene da piangere?!”
Poi mi è successo quando ho visto una tipa sorridere a suo figlio. Poi mentre sbucciavo le cipolle. Insomma, col tempo sono diventata esattamente come mia mamma, che quando guarda Beautiful in tv trattiene le lacrime e fa quei versi con la bocca che tradiscono le sue vere emozioni.
Per me è assolutamente normale piangere davanti ad un bel film o finendo un bel libro. Anzi, mi stranisco quando non succede. È la ciliegina sulla torta, è liberatorio.
Una volta  che non ce l’ho fatta  perché Fra ha spento subito ai titoli di coda, riacceso le luci e rovinato l’atmosfera di tristezza  chiedendomi qualcosa che non c’entrava più niente con il film, ho dovuto dirgli di aspettare e sono andata in bagno a finire le lacrime. O mi strozzavo o le facevo uscire 😀
Adesso lo sa e mi lascia in pace…

Per quanto riguarda le passioni, ci sono libri che leggerò con la stessa avidità e band musicali che ascolterò sempre con la stessa passione.

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Dire che amo la saga di Harry Potter è riduttivo.
Dire che vorrei avere figli per legger loro i libri è insufficiente. Vorrei che loro vivessero i libri come li vivo io ogni volta che li sfoglio. Significa sparire da un mondo per entrare in uno completamente nuovo.
Più li leggo, più mi rendo conto di quanto consideri J.K Rowling una musa ispiratrice.
Insomma, si, ha partorito la prima bozza su un treno da Londra ad Edimburgo, ma ha sviluppato la storia e tutti gli intrecci in cinque anni. Lo sapete quanto sono cinque anni? Sono un sacco!

Per l’appunto, ho ricominciato la saga due settimane fa e sono giunta alla fine del quarto libro oggi, asciugandomi il viso dopo aver letto il discorso di Dumbledore sulla morte di Cedric e quant’altro. Ho sentito la tristezza nelle parole, e la paura nella voce quando annuncia il ritorno di Voldemort.
In quel momento, io non ero sul bus che mi stava riportando a casa, io ero a Hogwarts seduta a un tavolo della Sala Grande.
Francesco, giustamente, quando mi ha vista piangere per l’ennesima volta davanti all’ultimo film mi ha detto: “Ma sai già cosa succede… come fai a commuoverti di nuovo?!” C’era quella leggera nota di ironia nella sua voce, che avrei voluto lanciargli addosso un Bolide. Non lo so perché.  Forse perché io in quel momento non ero seduta sul divano a guardare il film, ma nella stanza di un Harry bambino… al fianco di Snape! Questo è ciò che mi succede quando leggo o guardo Harry Potter.
Certo, i film andrebbero girati daccapo, magari aggiungendo quelle 200/300 cose che, ahimè, sono state tagliate per tempi cinematografici ma che avrebbero dato un senso alla storia anche per chi non ha letto i libri… Fra si era fermato al quarto film, quando si è sacrificato per andare a vedere i Doni della Morte Parte 1. Eravamo a Leicester Square, un paio di anni fa, le facce di Harry, Ron ed Hermione erano sulla facciata dell’Odeon, gigantesche, sulla parte sinistra, mentre sulla destra, Voldemort, Snape e Bellatrix con quell’aria pericolosa dicevano… “Vieeeeni….compra il bigliettoooo…”. Fra aveva acconsentito, per la mia gioia, e anche per vedere com’era la sala grande dell’Odeon (quella usata per le premiere ufficiali). “A patto che mi spieghi gli altri due film!”. Ci ho impiegato 45 minuti! Una volta in sala avrei voluto avere un telecomando per mettere in pausa ogni due secondi, perché lui era un continuo “Perché?”. Ad un certo punto sono entrata in trance e mi sono dimenticata che lui fosse di fianco a me… fino a quando mi ha passato un fazzoletto perché dagli occhi sgorgavano fiumi di lacrime per il povero Dobby.
Così, a luglio, quando è uscita la seconda e ultima parte, mi sono armata di fazzoletti extra assorbenti ed insieme a mia sorella (malata quanto me) e la mia coinquilina, sono andata al cinema.
Non so chi ha pianto di più tra le tre. La mia flatmate lo nega, anche se era stata lei a passare i fazzoletti con la faccia contratta dal dolore…

Insomma, se volete passare un tre o quattro ore a parlare di Harry, potete contare su di me. Se non avete mai letto Harry Potter, siete dei simpatici ed ingenui Babbani, ma non vi ucciderò.

Magari abbiamo gli stessi gusti musicali…

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Evanescence

La storia d’amore tra me ed Amy Lee nasce nel lontano 2003, quando ero ancora in terza media, e stavo facendo i compiti di geometria. Io odiavo geometria. Con tutto il cuore, con tutta la mente. Ogni tanto scagliavo il libro dall’altra parte della stanza dal nervoso. Ero letteralmente una capra sorda in geometria. Ma questa non è la storia del mio odio per geometria. Stavo appunto facendo i compiti, la tv era senza sonoro ma sintonizzata su Mtv per pigiare il tasto in caso ci fosse un bel video. D’improvviso, Mtv trasmette gli Evanescence, ancora sconosciuti,  ed io, scambiando l’inizio del video per un altro, ascolto la canzone (Bring me to life) e vengo letteralmente posseduta.
Mi precipito al computer, apro WinMX, e cerco questi cosiddetti Evanescence. Zero risultati, delusione totale. Avrò trascritto male il nome…. Passo la giornata a canticchiare la canzone nella mia testa e la successiva settimana. Di tanto in tanto cerco il brano. Fino a che tre mesi dopo, la sento di nuovo, e questa volta, come per magia, WinMX mi da un elenco lunghissimo di canzoni e di EP.
In attività dal 1999, gli Evanescence sono una band rock capitanata da Amy Lee, la frontwoman dai lunghi capelli d’ebano e gli occhi di ghiaccio. In preda ad un’ossessione tipicamente adolescenziale, trascorro i miei anni ascoltando, cantando, imitando e leggendo di Amy Lee.
Scambio il primo bacio con il primo amore sulle note di “Fallen”, il secondo album (era un bacio lungo).
Vengo mollata dal mio primo amore sulle note di “Fallen”, per una bruttissima, e penosissima coincidenza.
Perdo il concerto a Milano del 2007 perché la mia migliore amica, incaricata di andare a prendere i biglietti avendo il moroso con la macchina, ritarda di qualche giorno, giusto in tempo per farsi dire che è tutto sold-out. Rabbia ai limiti del normale.
Trovo il nuovo album ai magazzini LaFayette di Parigi, scontato del 9000%. Lo compro e lo stringo come se avessi un neonato tra le braccia. Passo i successivi anni nella delusione e nella paura che la band smetta l’attività, mentre sui forum musicali io e altri malati come me discutiamo se sia perché il frontman dei Seether sia un alcolizzato che non merita Amy o se il chitarrista complotti per una band tutta sua.
Poi l’ossessione adolescenziale diventa un’ammirazione normale e smetto di ascoltarli così assiduamente… fino al mio arrivo a Londra, quando sfornano l’ultimo cd, chiamato semplicemente Evanescence. Olè! I viaggi in metro sono rilassanti e odiosi allo stesso tempo, perché vorrei cantare a squarciagola tutte le canzoni e perché penso “se è uscito un nuovo album, arriverà presto un tour…”. E difatti, nel novembre del 2012, Gli Evanescence suonano all’arena di Wembley ed io, dopo dieci anni di attesa, li vedo. Se ci avessi portato Fra mi avrebbe detto: “Ma perché piangi?!” . Eh eh eh… cari miei, anche in questa occasione non ho contenuto le lacrime. Mia sorella, ormai fedele compagna di emozioni , mi accompagna al concerto e capisce… capisce la gioia nelle mie lacrime, la felicità nel vedere la tua band preferita dal vivo (io le renderò il favore a giugno accompagnandola a vedere i Muse), e nel cantare insieme a loro le canzoni. Brr…

Comunque se volete parlare di musica sono abbastanza aperta a tutti i generi,  ascolto TUTTO, tranne Flo Rida. Non chiedetemi di Flo Rida.

3 pensieri riguardo “Lacrime e Passioni

  1. Visti tutti i film di Harry Potter, ma letto solo il primo libro. Magari un giorno recupererò 😉

    Per quanto riguarda gli Evanescence, invece, li apprezzo moltissimo… Anche se ultimamente li ascolto molto meno di prima.
    Ma sai che il 10 novembre volevo andare anche io a Wembley ad ascoltarli?
    Ero a Londra in quei giorni per il Vans Warped Tour che si è tenuto il giorno dopo il loro concerto. Purtroppo per penuria di soldi ho rinunciato a due concerti di seguito, ma sarebbe stato meraviglioso!

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  2. Io non sono dell’idea di rileggere i libri perchè ce ne sono talmente tanti che non voglio perdermi l’opportunità di leggermene uno in più. Anche se credo che alla morte di Isabel rileggerò tutti i suoi libri, dal primo all’ultimo.
    Credo che il tuo essere sensibile sia dato dal fatto che non ti siano successe ancora cose brutte (cosa che non ti auguro mai) ma parlo per esperienza e le cose brutte di induriscono la vita e le emozioni. Anche se poi ti trovo sul mio luogo di lavoro e scoppio a piangere per la sorpresa 😀
    Condivido il tuo odio profondo per la geometria ma un po meno il tuo amore per gli Evanescence, adoro Amy, ma sono più su un altro genere di musica.

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